Anche a Savona, nella sede della Camera di Commercio, è possibile consegnare i campioni di prodotti alimentari e di acqua da analizzare. Le analisi chimiche, fisiche e microbiologiche saranno effettuate da Labcam srl, il Laboratorio chimico merceologico con sede ad Albenga.
Dal 22 marzo le imprese possono consegnare i campioni di prodotti agroalimentari (olio, pane, caffè, frutta, acqua, ecc.) da analizzare anche presso l’Ufficio Metrico della Camera di Commercio di Savona, in via Quarda superiore 16. “Grazie alla disponibilità degli uffici camerali – spiega Luca Medini, direttore di Labcam srl, Laboratorio chimico merceologico della Camera di Commercio di Savona – possiamo offrire un servizio ancora più vicino alle imprese che si rivolgono ai nostri laboratori di Albenga per effettuare le analisi sui propri prodotti anche per assolvere gli obblighi collegati alla nuova etichettatura a livello europeo che impone l’indicazione anche della presenza di eventuali allergeni”.
I campioni saranno poi trasmessi al Laboratorio chimico merceologico di Albenga, dotato di centro di analisi, centro di saggio, nonché di strumenti e attrezzature all’avanguardia per ricerche nei settori agroalimentare, industriale e ambientale.
Il campione sarà registrato presso l’Ufficio metrico attraverso l’apposito modulo, compilato in tutte le sue parti ed in particolare relativamente alla scelta delle analisi e ai riferimenti del clienti (telefono e mail). Ogni attività tecnica e amministrativa è gestita direttamente dalla sede operativa di Labcam srl: il cliente non deve effettuare alcun pagamento dei servizi presso l’Ufficio a Savona.
Il punto di ricezione dei campioni presso l’Ufficio metrico della CCIAA di Savona osserva il seguente orario: martedì, dalle ore 9 alle ore 12, previo appuntamento telefonico ai numeri 0198314245 oppure 0198314246. Le modalità di campionamento delle acque e le quantità di campione da conferire all’Ufficio sono direttamente riportati sul modulo di registrazione, disponibile presso la sede camerale.



Sindrome sgombroide e istamina:il commento di LABCAM Albenga
Il caso delle intossicazioni alimentari a Genova del 10 dicembre 2025, con 18 persone soccorse dopo il consumo di piatti a base di pesce (probabilmente tonno), riporta sotto i riflettori un fenomeno tossicologico che spesso è sottovalutato: la sindrome sgombroide, ovvero un’intossicazione da istamina potenzialmente grave ma difficilmente riconoscibile a prima vista.
L’istamina è una ammina biogena prodotta dalla decarbossilazione dell’aminoacido istidina, che è naturalmente presente nei tessuti di molte specie ittiche appartenenti alla famiglia Scombridae — tra cui tonno, sgombro, sardine e acciughe.
Questa reazione non avviene spontaneamente nella carne di pesce fresca: è invece innescata da enzimi batterici che proliferano quando la catena del freddo viene interrotta o quando il pesce è conservato a temperature superiori ai 6-10 °C per periodi prolungati.
Meccanismo biochimico e correlazione con la sindrome sgombroide
In condizioni di deterioramento, i batteri trasformano l’amminoacido istidina in istamina, che può accumularsi in concentrazioni molto elevate. L’istamina così formata è termostabile: non viene decomposta da normali processi di cottura, refrigerazione o congelamento.
Dal punto di vista biochimico, l’istamina ingerita scatena reazioni cliniche molto simili a quelle delle allergie IgE-mediate — arrossamento cutaneo, prurito, nausea, vomito, diarrea, tachicardia, mal di testa — con un’insorgenza rapida, solitamente nell’arco di pochi minuti fino a due ore dopo il pasto.
Studi clinici hanno dimostrato che nei casi di intossicazione sgombroide, esami sulle urine mostrano livelli di istamina e dei suoi metaboliti decine di volte superiori ai valori normali, confermando la tossicità diretta della molecola assunta con l’alimento contaminato.
Il caso di Genova: elementi tecnici di correlazione
Nel caso di Genova:
Aspetti diagnostici e limiti di prevenzione
Dal punto di vista sanitario, la diagnosi di sindrome sgombroide è prevalentemente clinica: non esistono test immediati durante il soccorso per confermare istamina alta nei tessuti ingeriti. I controlli analitici su campioni di alimento e indagini sulla filiera alimentare sono necessari ma richiedono tempo e strumentazione all’avanguardia.
La prevenzione, dal punto di vista tecnico igienico, si concentra su:
Conclusioni tecnico-scientifiche
La recente serie di intossicazioni genovesi conferma un dato noto dalla letteratura scientifica: la correlazione tra accumulo di istamina nei prodotti ittici e la sindrome sgombroide è diretta e determinante, e può manifestarsi anche in assenza di evidenti segni di deterioramento del pesce.
Per operatori e autorità sanitarie, l’evento sottolinea l’importanza di controlli efficaci sulla filiera della conservazione del pesce, nonché la necessità di una diagnosi tempestiva e differenziale con altre forme di tossinfezioni alimentari. Solo così è possibile contenere il rischio di futuri episodi simili.
Luca Medini, direttore LABCAM Albenga
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