Tutela del consumatore e patrimonio alimentare sempre più tutelati secondo nuovi limiti fissati in materia di reati agroalimentari.
Secondo il disegno di legge approvato, le norme sui reati alimentari che tutelano la salute del consumatore e il patrimonio alimentare stesso sono più restrittive e colmano le lacune della legislazione penale.
Ecco i dettagli nella nostra news!
Nuovi limiti in materia di reati agroalimentari per rafforzare la tutela della salute del consumatore e il patrimonio alimentare stesso sono stati approvati recentemente con un disegno di legge specifico.
Le norme puntano a colmare le attuali lacune della legislazione penale, sanzionando le frodi nei confronti del consumatore finale.
Il disegno di legge tutela il consumatore e il “patrimonio alimentare”, rappresentato da prodotti che hanno un’identità specifica che fa parte della cultura dei territori e che si fonde con essa, delle comunità e dei produttori. Infatti, la maggior parte delle frodi riguarda le caratteristiche intrinseche degli alimenti, come l’attestazione di conformità a specifici sistemi di produzione, come quello biologico, o l’origine geografica, e prevede un inasprimento delle sanzioni già in vigore in materia.
Le nuove norme in materia di reati agroalimentari intervengono prevalentemente su due fronti:
- La tutela della salute pubblica, attraverso una chiara delimitazione della categoria dei reati di pericolo contro la salute
- Il contrasto delle frodi in commercio di prodotti alimentari, per tutelare la «lealtà commerciale» e colpire con maggiore efficacia le organizzazioni complesse e la responsabilità delle persone giuridiche.
Per la prima volta vengono introdotte sanzioni mirate nei confronti di coloro che producono e commercializzano alimenti che manifestano pericolosità nel medio e lungo periodo, anche in via eventuale.
Inoltre, sono previste sanzioni per l’omesso ritiro di alimenti pericolosi per la salute.
L’Italia propone così un modello nuovo di contrasto al crimine in uno dei settori strategici per il nostro Paese, rafforzando la tutela della salute dei consumatori.
Le nuove norme rappresentano una svolta rispetto a un passato in cui il settore del diritto alimentare è stato caratterizzato da un elevato grado di depenalizzazione, per assicurare la massima legalità nella filiera del cibo.
La relazione annuale sul controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari sugli alimenti
I bisogni di tutela da parte del consumatore vengono definiti grazie anche alla relazione annuale sul controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari sugli alimenti.
La relazione annuale si pone l’obbiettivo di perseguire i seguenti obiettivi:
- Valutare, in relazione all’esito delle analisi effettuate, il rischio per la salute pubblica derivante dal grado di contaminazione dei prodotti alimentari
- Conoscere puntualmente l’andamento dei controlli sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti di origine vegetale svolti in Italia da tutte le Amministrazioni sanitarie centrali e territoriali.
Tale relazione riepilogativa fornisce un quadro sui risultati conseguiti e fornisce indicazioni sulle azioni future da intraprendere ad ogni livello istituzionale.
In questo modo si riesce a migliorare e rafforzare costantemente il sistema di controllo ufficiale nazionale sui residui dei prodotti fitosanitari sugli alimenti di origine vegetali, compresi cereali e alcuni prodotti trasformati, quali olio e vino, per assicurare gli adeguati livelli di sicurezza alimentare.
Nuove norme sugli illeciti agroalimentari: conclusioni
Massima importanza quindi alla salubrità del prodotto e alla lealtà e trasparenza delle informazioni che identificano il prodotto stesso.
Per tutelare la tua azienda e il consumatore e dare ulteriore valore al tuo prodotto è indispensabile quindi eseguire analisi di laboratorio presso centri specializzati che possano fornirti anche servizi accessori per agevolare e migliorare il tuo lavoro.
Labcam, Laboratorio Chimico della Camera di Commercio di Riviere di Liguria – Imperia La Spezia Savona, è a tua disposizione con personale altamente specializzato, una gamma di servizi completi e capillari in tutta Italia, anche a domicilio, strumenti ed attrezzature all’avanguardia per analisi e ricerca che rispondono a qualsiasi esigenza nei settori agroalimentari, industriali e ambientali.



Sindrome sgombroide e istamina:il commento di LABCAM Albenga
Il caso delle intossicazioni alimentari a Genova del 10 dicembre 2025, con 18 persone soccorse dopo il consumo di piatti a base di pesce (probabilmente tonno), riporta sotto i riflettori un fenomeno tossicologico che spesso è sottovalutato: la sindrome sgombroide, ovvero un’intossicazione da istamina potenzialmente grave ma difficilmente riconoscibile a prima vista.
L’istamina è una ammina biogena prodotta dalla decarbossilazione dell’aminoacido istidina, che è naturalmente presente nei tessuti di molte specie ittiche appartenenti alla famiglia Scombridae — tra cui tonno, sgombro, sardine e acciughe.
Questa reazione non avviene spontaneamente nella carne di pesce fresca: è invece innescata da enzimi batterici che proliferano quando la catena del freddo viene interrotta o quando il pesce è conservato a temperature superiori ai 6-10 °C per periodi prolungati.
Meccanismo biochimico e correlazione con la sindrome sgombroide
In condizioni di deterioramento, i batteri trasformano l’amminoacido istidina in istamina, che può accumularsi in concentrazioni molto elevate. L’istamina così formata è termostabile: non viene decomposta da normali processi di cottura, refrigerazione o congelamento.
Dal punto di vista biochimico, l’istamina ingerita scatena reazioni cliniche molto simili a quelle delle allergie IgE-mediate — arrossamento cutaneo, prurito, nausea, vomito, diarrea, tachicardia, mal di testa — con un’insorgenza rapida, solitamente nell’arco di pochi minuti fino a due ore dopo il pasto.
Studi clinici hanno dimostrato che nei casi di intossicazione sgombroide, esami sulle urine mostrano livelli di istamina e dei suoi metaboliti decine di volte superiori ai valori normali, confermando la tossicità diretta della molecola assunta con l’alimento contaminato.
Il caso di Genova: elementi tecnici di correlazione
Nel caso di Genova:
Aspetti diagnostici e limiti di prevenzione
Dal punto di vista sanitario, la diagnosi di sindrome sgombroide è prevalentemente clinica: non esistono test immediati durante il soccorso per confermare istamina alta nei tessuti ingeriti. I controlli analitici su campioni di alimento e indagini sulla filiera alimentare sono necessari ma richiedono tempo e strumentazione all’avanguardia.
La prevenzione, dal punto di vista tecnico igienico, si concentra su:
Conclusioni tecnico-scientifiche
La recente serie di intossicazioni genovesi conferma un dato noto dalla letteratura scientifica: la correlazione tra accumulo di istamina nei prodotti ittici e la sindrome sgombroide è diretta e determinante, e può manifestarsi anche in assenza di evidenti segni di deterioramento del pesce.
Per operatori e autorità sanitarie, l’evento sottolinea l’importanza di controlli efficaci sulla filiera della conservazione del pesce, nonché la necessità di una diagnosi tempestiva e differenziale con altre forme di tossinfezioni alimentari. Solo così è possibile contenere il rischio di futuri episodi simili.
Luca Medini, direttore LABCAM Albenga
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