Dopo il grande successo del precedente corso, Labcam ripropone “Crescere in qualità” !
Il tema del corso riguarda la gestione delle crisi nel settore delle attività agroalimentari.
Quest’anno, grazie alla collaborazione con il provider “Centro e formazioni & servizi le querciole”, verranno rilasciatati al termine del corso, 10 crediti formativi ECM validi per tutte le professioni sanitarie.
scarica il programma del 04 Novembre
scarica il programma del 11 Novembre
Per le iscrizioni sarà disponibile a brevissimo il nuovo modulo di prenotazioni online, con il quale si potrà effettuare direttamente il pagamento tramite paypal e carta di credito.
Il costo del corso è di :
- 140 € +iva senza rilascio di ECM
- 160 € + iva con ECM.
Il corso si focalizza su due argomenti chiave per le aziende del settore: la corretta gestione delle crisi ed emergenze relative alla produzione e distribuzione degli alimenti, e l’importanza della qualità e della sua certificazione come elemento di crescita aziendale, oltre che sugli strumenti più efficaci e innovativi per promuovere la propria attività.
Il corso “Crescere in qualità”, che si svilupperà in due giornate, il 04 e il 11 novembre , si svolgerà in live streaming, dalle 9 alle 13, ed è aperto a un massimo di 50 partecipanti.
Nella prima giornata, quella del 04 novembre, si affronterà la spinosa questione della corretta gestione di una crisi o emergenza. Nella seconda giornata invece, in data 11 novembre , i riflettori saranno puntati sul concetto di come crescere puntando sulla qualità.
“Crescere in qualità”: docenti e programma del corso
A fare lezione, si alterneranno tre docenti, esperti autorevoli, ognuno nel proprio campo di riferimento.
Luca Medini, chimico e direttore del laboratorio LabCam nella prima giornata affronterà il tema di emergenze e crisi in cui possono incorrere le aziende del settore alimentare, con particolare attenzione sulla definizione dei possibili rischi e su ciò che ne consegue, quindi su come gestire reclami, ritiri e richiami. Nella seconda giornata del corso invece, ci si concentrerà sulla qualità come elemento essenziale per la crescita di un’azienda nel comparto agroalimentare. La lezione verterà su come accrescere la qualità in azienda, attraverso schemi di certificazioni e scelte premianti.
Alessandro Masolini, direttore vendite, consulente formatore e business coach, si concentrerà, sulla gestione delle crisi da parte di chi opera nel settore commerciale delle aziende alimentari, fornendo preziosi e concreti strumenti operativi per chi si trovi a gestire le conseguenze di un’emergenza nel quotidiano rapporto con i clienti. Nella seconda giornata del corso invece, si rivolgerà ai commerciali spiegando l’importanza della qualità per un’azienda del settore e illustrando tutte le opportunità per la crescita del fatturato, legate all’utilizzo delle certificazioni di qualità.
Rosella Scalone, esperta in comunicazione e strategie digitali, illustrerà invece come proteggere l’immagine del brand e, anzi, potenziarla attraverso i canali digitali, grazie a una corretta gestione della comunicazione anche in un contesto di crisi. Il focus sarà in particolare sulla gestione delle recensioni online e su come gestirle correttamente per aumentare la brand awarness. Nella seconda giornata invece, spiegherà quanto sia fondamentale e strategico per qualsiasi azienda del settore, promuovere e comunicare in modo corretto e impattante la qualità del proprio prodotto, attraverso il web e i suoi più efficaci strumenti di comunicazione.
per informazioni : formazione@labcam.it



Sindrome sgombroide e istamina:il commento di LABCAM Albenga
Il caso delle intossicazioni alimentari a Genova del 10 dicembre 2025, con 18 persone soccorse dopo il consumo di piatti a base di pesce (probabilmente tonno), riporta sotto i riflettori un fenomeno tossicologico che spesso è sottovalutato: la sindrome sgombroide, ovvero un’intossicazione da istamina potenzialmente grave ma difficilmente riconoscibile a prima vista.
L’istamina è una ammina biogena prodotta dalla decarbossilazione dell’aminoacido istidina, che è naturalmente presente nei tessuti di molte specie ittiche appartenenti alla famiglia Scombridae — tra cui tonno, sgombro, sardine e acciughe.
Questa reazione non avviene spontaneamente nella carne di pesce fresca: è invece innescata da enzimi batterici che proliferano quando la catena del freddo viene interrotta o quando il pesce è conservato a temperature superiori ai 6-10 °C per periodi prolungati.
Meccanismo biochimico e correlazione con la sindrome sgombroide
In condizioni di deterioramento, i batteri trasformano l’amminoacido istidina in istamina, che può accumularsi in concentrazioni molto elevate. L’istamina così formata è termostabile: non viene decomposta da normali processi di cottura, refrigerazione o congelamento.
Dal punto di vista biochimico, l’istamina ingerita scatena reazioni cliniche molto simili a quelle delle allergie IgE-mediate — arrossamento cutaneo, prurito, nausea, vomito, diarrea, tachicardia, mal di testa — con un’insorgenza rapida, solitamente nell’arco di pochi minuti fino a due ore dopo il pasto.
Studi clinici hanno dimostrato che nei casi di intossicazione sgombroide, esami sulle urine mostrano livelli di istamina e dei suoi metaboliti decine di volte superiori ai valori normali, confermando la tossicità diretta della molecola assunta con l’alimento contaminato.
Il caso di Genova: elementi tecnici di correlazione
Nel caso di Genova:
Aspetti diagnostici e limiti di prevenzione
Dal punto di vista sanitario, la diagnosi di sindrome sgombroide è prevalentemente clinica: non esistono test immediati durante il soccorso per confermare istamina alta nei tessuti ingeriti. I controlli analitici su campioni di alimento e indagini sulla filiera alimentare sono necessari ma richiedono tempo e strumentazione all’avanguardia.
La prevenzione, dal punto di vista tecnico igienico, si concentra su:
Conclusioni tecnico-scientifiche
La recente serie di intossicazioni genovesi conferma un dato noto dalla letteratura scientifica: la correlazione tra accumulo di istamina nei prodotti ittici e la sindrome sgombroide è diretta e determinante, e può manifestarsi anche in assenza di evidenti segni di deterioramento del pesce.
Per operatori e autorità sanitarie, l’evento sottolinea l’importanza di controlli efficaci sulla filiera della conservazione del pesce, nonché la necessità di una diagnosi tempestiva e differenziale con altre forme di tossinfezioni alimentari. Solo così è possibile contenere il rischio di futuri episodi simili.
Luca Medini, direttore LABCAM Albenga
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